MOZIONE Esenzione ticket per mutazione genetica BRCA1 – BRCA2

Senato della Repubblica

Atto n. 1-00600
Pubblicato il 23 giugno 2016, nella seduta n. 644

RIZZOTTI, AIELLO, GUALDANI, DALLA TOR, MANDELLI, SCILIPOTI ISGRO’, SERAFINI, D’AMBROSIO LETTIERI, BIANCONI, FLORIS, BIANCO, DIRINDIN, DE BIASI

Il Senato,
premesso che:
la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 accresce rispettivamente il rischio di cancro al seno e alle ovaie;
il gene BRCA1 è stato scoperto all’università dello Utah nel 1990;
il gene BRCA2 è stato scoperto, sempre nel 1990, da Michael Stratton e Richard Wooster dell’Institute for cancer research britannico;
le donne portatrici di mutazioni in tali geni hanno un’elevata probabilità (circa il 60 per cento) di sviluppare un tumore mammario nell’arco della vita. Le mutazioni in tali geni conferiscono anche un rischio di carcinoma ovarico o tubarico stimato nell’ordine del 40 per cento per il gene BRCA1 e nell’ordine del 20 per cento per il BRCA2;
si stima che le forme mutate di questi geni siano presenti in circa 1-5 donne su 10.000; questa variabilità dipende da popolazioni con diversa prevalenza;
in presenza di mutazioni sono previste diverse strategie di profilassi e trattamento: la mastectomia preventiva; lo screening serrato, al fine di evitare l’intervento di mastectomia. Le donne con BRCA1 e 2 positivo devono sottoporsi a mammografia, ecografia e risonanza magnetica ogni anno a partire dai 30 anni e, a partire dai 40 anni, a una mammografia e una risonanza magnetica con cadenza annuale, inframmezzata da un’ecografia ogni 6 mesi; il blocco degli estrogeni attraverso l’uso di farmaci antiestrogenici che dimezzano il rischio individuale; l’asportazione delle ovaie, ottenendo un effetto simile a quello dei farmaci antiestrogenici inducendo però la menopausa. Questa strategia è indicata per donne in età più avanzata. Con tale intervento si dimezza il rischio di sviluppare un cancro alla mammella, azzerando quello di cancro all’ovaio; cambiamenti negli stili di vita: una donna ad alto rischio dovrebbe adeguare i propri stili di vita alle raccomandazioni, evitando l’alcol, mangiando in modo equilibrato, riducendo il proprio peso corporeo se in sovrappeso e facendo attività fisica tutti i giorni;
la strategia dello screening serrato risulta dunque molto utile al fine di dimezzare il rischio delle donne positive ai test;
questa strategia, però, risulta particolarmente costosa a causa dei ticket di compartecipazione alla spesa degli esami strumentali e delle tecniche di laboratorio;
le associazioni delle pazienti, fra le quali Salute Donna onlus, hanno svolto negli ultimi anni campagne di sensibilizzazione delle istituzioni regionali per consentire un’esenzione dal ticket delle donne positive ai test;
questa campagna ha avuto un esito positivo in 2 diverse Regioni: in Emilia-Romagna, che, nella delibera n. 220 del 2011, ha delineato un complesso programma per la prevenzione e la sorveglianza del rischio eredo-familiare del carcinoma mammario, adottando delle specifiche e progressive linee guida che portano all’individuazione delle donne a rischio e all’attuazione di specifiche strategie fra cui quella di esentare dal ticket le donne positive al test di mutazione genica BRCA1 e BRCA2; in Lombardia con la delibera di esenzione approvata il 4 agosto 2015;
questa delibera è stata adottata in base: al decreto legislativo n. 124 del 1998, che, all’articolo 1, comma 4, testualmente recita: “Al fine di favorire la partecipazione a programmi di prevenzione di provata efficacia, (…) sono escluse dal sistema di partecipazione al costo e, quindi, erogate senza oneri a carico dell’assistito al momento della fruizione: a) le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni di assistenza specialistica incluse in programmi organizzati di diagnosi precoce e prevenzione collettiva realizzati in attuazione del piano sanitario nazionale, dei piani sanitari regionali o comunque promossi o autorizzati con atti formali della regione”;
alla deliberazione della Regione Lombardia n. 2989 del 23 dicembre 2014, recante “Determinazione in ordine alla gestione del Servizio Socio Sanitario regionale per l’esercizio 2015 nell’Allegato B – Regole di sistema 2015 ambito sanitario”, che al punto 4.2. prevede “Misure per il miglioramento dell’equità e delle prestazioni a favore dei cittadini”. Tra tali misure rientrano “esenzione dalla compartecipazione per determinate categorie di pazienti”. In particolare, il punto 4.2.5, “Pazienti oncologici”, precisa: “inoltre verrà proposta l’esenzione dalla compartecipazione alla spesa sanitaria per i soggetti portatori di mutazioni genetiche che conferiscono un alto rischio di sviluppo di tumori e necessitano, pertanto, di una sorveglianza intensiva. In tal senso verranno definite le tipologie di prestazioni, le modalità di erogazione delle stesse, così come le categorie di soggetti cui saranno riservate”;
in concreto, le delibere delle due Regioni prendono atto del rischio di sviluppare un tumore al seno o all’ovaio da parte di donne portatrici di mutazioni genetiche e sottolineano l’opportunità di inserirle in programmi di sorveglianza specifici volti alla diagnosi precoce e prevenzione dell’insorgenza. Per tale ragione, le delibere sanciscono l’esclusione dalla compartecipazione alla spesa per le prestazioni di specialistica ambulatoriale correlate alla prevenzione dell’insorgenza del tumore della mammella o dell’ovaio;
tenuto conto che:
altre due Regioni, il Veneto e il Piemonte, stanno valutando attualmente di ricorrere alla medesima esenzione e ai medesimi strumenti di prevenzione;
permane, invece, una situazione di iniquità in tutte le altre Regioni italiane, dove questi strumenti preventivi risultano inattuabili a causa del numero degli esami da effettuare e agli alti costi di compartecipazione alle spese,
impegna il Governo:
ad impegnare e destinare le risorse economiche e ad adottare tutte le misure, anche attraverso accordi all’interno della Conferenza Stato-Regioni, al fine di assicurare l’uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale per l’esenzione dal ticket, riservata già da alcune Regioni, alle portatrici di mutazioni patogenetiche dei geni BRCA1 e BRCA2, garantendo il rispetto del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione.

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=980645